La schiena niente: trovo comodissima l'Elise, pero'...
Mi si era rotto il bottone dei pantaloni: non so se fosse un presagio, ma di sicuro la cosa doveva avere un significato.
Arrivo a casa col Toy, lo parcheggio e prendo la piccolina; faccio il pieno, segno il migliaggio e i litri sul suo quadernino e parto. Telepass a posto, bottiglia d'acqua da bere per me imprescindibile, musica del motore. Via da Valdarno a mezzogiorno. Rientro previsto le sette.
Temperatura perfetta: la macchina e' fatta proprio per scorrere a quattromila, velocita' nei limiti e ottantacinque gradi sul cruscotto. Mi concedevo il lusso di farmi superare dai suvvoni, di lasciar spazio quando vedevo la ressa dietro al camion, poi, con un guizzo, levarmeli tutti di torno e ritrovare la strada quasi vuota davanti per la crociera.
Mi supera un "pretoriano", lampeggiante spento, ma esposto, quasi a dire "faccio_cazzo_mi_pare_anche_non_in_servizio". Avendo la possibilita' di soddisfare la curiosita' di vedere a quanto andasse mi accodo per un bel tratto e gli reggo anche le centoventi miglia.
Un botto! Quasi un'esplosione seguita da sinistro wum wum wum... rallento e capisco che dovevo avere il fondo con un bullone lento, mi ha preso aria e mi e' stato quasi strappato a strusciare per terra. Coglione. Coglione due volte: chi se ne frega del pretoriano, fai la tua andatura, e quando senti un rumorino alza la macchina e guarda cosa caspita puo' essere. Prima di fare un viaggio del genere.
Ero a meta' strada, quasi a Fabro.
Mi sono inflato all'ombra di un ponte vicino e ho chiamato il soccorso stradale. Gentilissimo, mi ha accompagnato al ristorante e mi ha detto "adesso l'officina e' chiusa. Quando riapre, alle tre, la vengo a prendere e guardiamo cos'ha la macchina".
Insalatona, le chiacchiere di due topine al tavolo vicino, il tempo passa e si fanno le tre.
In officina arrivo alla conclusione che il fondo fosse impossibile da mettere nuovamente, lo tolgo, lo faccio conservare per riprenderlo e, conscio del fatto che e' consigliabile non camminare senza, parto lo stesso.
Esco a Settebagni, arrivo al raccordo, prendo per la storta e becco l'orario di punta sulla Cassia. Mi sale la temperatura, tanto: non dico quanto altrimeno Lotus70 e Naimah vengono a casa e mi picchiano.
Telefono all'amico che mi aspetta all'incrocio con la via di casa sua, esco dalla bolgia e riesco a far raffreddare di qualche grado la temperatura, lo vedo, giro per la traversa e fermo la macchina.
Mi dice "sto a duecento metri" e io, come il piu' coglione dei coglioni, lo faccio salire, riaccendo e facciamo cinquanta dei duecento metri che mi esplode probabilmente la culatta del radiatore. Arrivo d'abbrivio sotto casa sua.
Andava lasciata dov'era e ripresa dopo, fredda, e controllando semmai i livelli. Riaccenderla e' stata la goccia.
Ricucio il bottone dei pantaloni, finalmente.
L'amico mi accompagna al trenino de La Storta, arrivo, dopo anni che non prendo la Metro, a Termini e faccio il biglietto per il primo treno utile: alle 22:35 che arriva ad Arezzo alle 00:45 dove verranno a prendermi.
Spero.
Perche' nel frattempo, per non scaricare il telefono, ho mandato gli ultimi messaggi per dire all'altro amico, il mio meccanico, a che ora sarei arrivato e ho inviato a mia moglie il suo numero perche' si coordinassero. Praticamente mia moglie ha saputo che prendevo il treno alle nove di sera. Alle nove mia figlia aveva il saggio di pianoforte e hanno scoperto che non sarei arrivato. Meno male che, almeno, la mattina le avevo fatto gli auguri per il suo compleanno
Il treno parte alle 23:45.
Riaccendo il telefono, confermo la partenza. Nel frattempo Maurizio era arrivato a casa mia con la moto per prendere una macchina e venirmi a prendere alla stazione. Avrei dovuto riaccompagnarlo a casa, poi, perche' ha bucato la gomma anteriore alla moto. Poco male.
All'una di notte mio figlio, pensando che io fossi a casa, mi ha chiamato per dirmi che gli si era rotto il cavo dell'acceleratore all'Ape: sono andati a prenderlo Lorena con Maurizio.
Quasi alle due son sceso dal treno ed e' arrivato Maurizio, l'ho riaccompagnato a casa e son finalmente rientrato alle tre di notte.
Resta solo da trovare una macchina col gancio per andare a prendere Morgana col carrello nostro. Gli amici non mancano, fortunatamente.
Ora ho la scusa per mettere le mani bene alla piccolina e renderla ben affidabile.
Ho anche una storia da raccontare ai nipotini.