Oggi mia moglie ed io siamo partiti con l'Elise alla ricerca di posti di cui avevamo sentito parlare ma che non avevamo mai visto di persona. Uno di questi era il Passo di Gavia, conosciutissimo dai ciclisti e motociclisti ma forse un po' meno dai Lotussari.
Ed ho scoperto il perchè: se volete mettere alla prova la vostra resistenza allo stress, allora questo Passo fa per voi!
Mi spiego meglio, noi ci siamo arrivati da Bergamo, Clusone, Passo della Presolana, Breno, Edolo, Ponte di Legno e ne siamo ridiscesi dal versante opposto, Santa Caterina di Valfurva, Bormio, Tirano, Passo dell'Aprica, Edolo, Lovere, Clusone, Bergamo, in totale circa 300 Km.
Il problema è che la strada da Ponte di Legno al Passo del Gavia parte benissimo, larga e ben tenuta, poi diventa un budello con parecchi tratti larghi 2.5 m al massimo, a strapiombo, senza la minima protezione e con pochissimi slarghi utilizzabili nel caso di veicoli che scendono.
Anche suonando il clacson prima di ogni curva non si può essere mai sicuri di non trovarsi all'improvviso di fronte moto, ciclisti contromano o, peggio, i famigerati SUV, come capitato a noi 2 volte!
Il bello ė che loro si fermano e aspettano che sia tu ad ingranare la retro alla ricerca di una seppur piccola via di fuga, magari a 100 metri di distanza... Morale, il paesaggio pur spettacolare passa sicuramente in secondo piano e solo una volta arrivati in cima sani e salvi ti puoi rilassare e tirare un meritato sospiro di sollievo per lo scampato pericolo.
Foto di rito e poi giù verso valle dal versante opposto, sperando in una situazione meno da incubo, cosa che fortunatamente si è concretizzata in un nastro di asfalto ben tenuto e largo il giusto.
Quindi se volete vedere il Passo di Gavia, molto bello e con un laghetto alpino ancora ghiacciato, salite e scendete solo dalla parte giusta, quella da Santa Caterina Valfurva!