Lotus in mani cinesi
Nasce inglese. Cresce americana. Diventa italo-lussemburghese. Poi malese. E adesso cinese. Già, perché la Lotus Car è passata sotto il controllo del colosso Geely, che per il 51% delle azioni del prestigioso marchio british ha sborsato 66,2 milioni di dollari. Geely è poco più di una start up: ha cominciato a costruire auto nel 1997 e in vent’anni è diventata sia uno dei grandi produttori cinesi sia un player globale di tutto rispetto. A chi si straccia le vesti per l’ennesimo «pezzo» di Europa passato in mani cinesi, bisogna ricordare che dal 2010 la Geely è anche proprietaria di Volvo. E se oggi chiedete agli svedesi vi sentirete rispondere che i cinesi, «padroni» illuminati, hanno ridato linfa ad una storia che stava spegnendosi. E visto che la Volvo è stata rilanciata nel pieno rispetto della sua identità, è lecito attendersi che il «modello svedese» venga applicato ora anche alla Lotus, altro gioiello della storia dell’automobilismo, con sede dal 1952 a Hethel, nel Regno Unito. La Geely ha acquistato anche il 49,9% della malese Proton, che da 1996 controlla la Lotus (e per alcuni anni è stata proprietaria dell’italiana MV Agusta).
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